Si parla molto, ma non abbastanza di violenza domestica. L’argomento è sempre attuale e richiede un approccio complesso e sfaccettato che tenga conto delle dinamiche di potere, dei fattori culturali e delle esperienze di tutte le persone coinvolte. Occorre un lavoro collettivo e culturale che coinvolga entrambi i sessi, e va sottolineato che concentrarsi unicamente sulla colpevolizzazione dell’uomo può essere controproducente, riduttivo e non ci aiuta ad affrontare la radice del problema.
È fondamentale riconoscere che:
- La violenza domestica è prevalentemente denunciata dalle donne e subita anche dai bambini. Le statistiche a livello globale e in Italia confermano questa realtà. Questo non significa che le donne non possano essere autrici di violenza (anche se in forme e con motivazioni spesso diverse), ma la proporzione e la gravità delle violenze denunciate dalle donne sono maggiori e hanno radici profonde in dinamiche di potere storicamente consolidate.
- Concentrarsi sulla vittima non significa colpevolizzare l’aggressore. Al contrario, il sostegno e la protezione delle vittime sono prioritari. Tuttavia, parallelamente, è imprescindibile lavorare con gli autori di violenza per responsabilizzarli e promuovere il cambiamento del loro comportamento.
- Un approccio olistico è necessario. Questo include interventi di prevenzione, protezione delle vittime, responsabilizzazione degli autori e un cambiamento culturale profondo.
Statistiche sulla Violenza Domestica (con focus sull’Italia):
È importante sottolineare che le statistiche sulla violenza domestica, soprattutto per quanto riguarda le denunce da parte degli uomini, sono sottostimate per i motivi culturali. Tuttavia, i dati disponibili offrono un quadro significativo:
- Violenza contro le donne:
- ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica): Le indagini ISTAT sulla sicurezza delle donne forniscono dati periodici sulla prevalenza e l’incidenza della violenza di genere in Italia. L’ultima indagine (2018) ha rilevato che il 31,5% delle donne tra i 15 e i 69 anni (6 milioni 788 mila) ha subito nel corso della propria vita qualche forma di violenza fisica o sessuale. Di queste, il 62,7% ha subito violenza da parte del partner o ex partner.
- Femminicidi: I dati sui femminicidi (omicidi di donne in quanto donne) sono tragicamente elevati in Italia, con una media di oltre 100 donne uccise ogni anno. La maggior parte di questi omicidi avviene in ambito familiare o affettivo.
- Denunce: Le denunce di violenza domestica sono in aumento, ma rappresentano solo una parte dei casi reali a causa della paura, della vergogna e della difficoltà per le vittime di intraprendere un percorso di denuncia.
- Violenza contro gli uomini:
- Le statistiche sulla violenza subita dagli uomini in ambito domestico sono meno consistenti e dettagliate rispetto a quelle sulle donne, proprio a causa della sottodenuncia legata a fattori culturali come la vergogna, il timore di non essere creduti o di essere derisi.
- Alcune ricerche indicano che gli uomini possono subire violenza fisica, psicologica ed economica da parte delle partner, ma spesso non la riconoscono come tale o non si sentono legittimati a denunciarla.
- È importante notare che, anche quando gli uomini sono vittime, la violenza raramente assume le forme estreme e letali riscontrate nei femminicidi.
- Violenza sui minori:
- I minori sono spesso vittime silenziose della violenza domestica, sia direttamente (abuso fisico, sessuale, psicologico) che indirettamente (assistendo alla violenza tra i genitori). Le conseguenze su di loro possono essere devastanti a lungo termine.
La Sottodenuncia Maschile per Motivi Culturali:
Gli uomini che subiscono violenza domestica spesso non denunciano per una serie di ragioni culturali e sociali:
- Ruolo di genere tradizionale: La società spesso associa la mascolinità a forza, indipendenza e ruolo di protettore. Essere vittima di violenza, soprattutto da parte di una donna, può essere percepito come una sconfitta, una vergogna e una violazione di questo ruolo.
- Paura di non essere creduti o di essere derisi: Gli uomini potrebbero temere che la loro esperienza non venga presa sul serio o che vengano derisi da amici, familiari o dalle autorità.
- Mancanza di consapevolezza: Alcuni uomini potrebbero non riconoscere determinate forme di comportamento come violenza, soprattutto quella psicologica o economica.
- Assenza di servizi specifici: Rispetto ai servizi dedicati alle donne vittime di violenza, l’offerta per gli uomini è spesso limitata, il che può scoraggiare la ricerca di aiuto.
- Timore di ritorsioni: Anche se in misura diversa rispetto alle donne, gli uomini potrebbero temere ritorsioni da parte della partner violenta.
- Allontanamento dai figli: Quando gli uomini denunciano gli abusi si attivano meccanismi troppo lenti e inefficaci, questo da l’opportunità alle donne, madri e mogli abusanti, di mettere in pratica ritorsioni che spesso si concretizza con l’allontanamento dei figli dal padre.
Un Approccio Collettivo e Culturale:
Per affrontare efficacemente la violenza domestica, è necessario un impegno collettivo e un cambiamento culturale che coinvolga:
- Educazione e sensibilizzazione: Promuovere la parità di genere, decostruire gli stereotipi maschili e femminili tossici, educare al rispetto e alla comunicazione non violenta fin dalla giovane età.
- Interventi di prevenzione: Implementare programmi nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nelle comunità per prevenire la violenza e promuovere relazioni sane.
- Supporto alle vittime (uomini e donne): Garantire l’accesso a servizi di supporto psicologico, legale e pratico per tutte le vittime di violenza domestica, tenendo conto delle specifiche esigenze di genere.
- Responsabilizzazione degli autori: Implementare programmi di trattamento per gli autori di violenza, focalizzati sulla responsabilizzazione, sul cambiamento del comportamento e sulla prevenzione della recidiva.
- Coinvolgimento degli uomini: Promuovere attivamente il coinvolgimento degli uomini nella prevenzione della violenza e nel sostegno alle vittime, sfidando la cultura del silenzio e gli stereotipi dannosi.
- Rafforzamento della rete di supporto: Coinvolgere familiari, amici, comunità e istituzioni nel creare una rete di sostegno per le vittime e nel contrastare la normalizzazione della violenza.
- Ricerca e raccolta dati: Migliorare la raccolta di dati sulla violenza domestica, includendo anche le esperienze degli uomini, per comprendere meglio il fenomeno e sviluppare interventi più mirati ed efficaci.
In conclusione, pur riconoscendo la prevalenza della violenza maschile contro le donne, è fondamentale adottare un approccio olistico che lavori su entrambi i sessi, affrontando le cause profonde della violenza, i fattori culturali che la perpetuano e le barriere che impediscono alle vittime (uomini inclusi) di chiedere aiuto. Solo attraverso un impegno collettivo e un cambiamento culturale sarà possibile costruire una società più sicura e rispettosa per tutti.